
Jacquemus ha installato una vending machine (alias, distributore automatico) a Parigi. La notizia non è per niente fresca, ma vale la pena di essere conosciuta e/o ricordata. Se non altro, perché non stiamo a parlare di caramelle o bibite, ma di borse di gran moda e alquanto costose.
Il famoso brand a Dicembre ha deciso di lanciare la nuova colorazione in rosa de Le Bambino Long, portando un po’ di pepe nelle abitudini di acquisto usuali.
Con la vending machine e la possibilità di avere una vetrina così ravvicinata e alla portata di tutti, Jacquemus ha dato una bella botta all’idea tradizionale di retail e di lusso.
Sintetizzerei l’operazione con questi 3 aggettivi:
Non posso fare a meno di chiedermi quale sia il vero obiettivo della campagna.
Potremmo paragonarlo ad un evento, molto originale, per il lancio del prodotto Le Bambino Long e quando si lancia un prodotto, la vendita è un effetto collaterale ben accetto e cercato. Jacquemus invece si focalizza sull’esperienza, non di acquisto, ma di divertimento.
Un’esperienza di acquisto ottimale infatti, sarebbe garantita dagli standard usuali di retail, con tanto di professionista ad assisterti e divanetti in velluto dove riposare tra uno shopping e un altro.
Jacquemus invece vuole “ribaltare” il mondo del lusso e le sue regole. Il desiderio è quello di lasciare alla portata di tutti quel suo pezzo di moda. Un mondo fashion la cui democratizzazione si sta via via facendo sempre più reale.
Nonostante il primo brand a rivoluzionare l’esperienza classica di acquisto sia stato Sephora nel 2009 con i suoi distributori negli aeroporti (seguita poi anche da Uniqlo), la campagna di Jacquemus ha un quid molto più attuale. La pandemia ci ha portato infatti a rivedere l’esperienza di acquisto e a fare i conti con le famose zone rosse che, secondo il Dpcm del 4 novembre 2020, prevedono possibile il commercio al dettaglio effettuato per mezzo di distributori automatici (mentre gli esercizi commerciali sono costretti a restare chiusi).
Insomma, Jacquemus ha voluto lanciare ancora una volta il segnale della sia esistenza e apertura, messaggi che ci arrivano forti e chiari anche per la scelta dei colori così sgargianti che caratterizzano i prodotti.
Da un post su Instagram, si legge l’invito a passare e godere di questo angolo fucsia e, magari, farsi una foto e postarla.
E in effetti, io l’avrei fatto, ma vorrei sapere in quanti hanno selezionato una borsa* e pagato…
Vale di più l’emozione di una Vending machine che quella di un’assistenza professionale in boutique?
*per avere un riferimento le borse in questione variano dai 450€ ai 650€