Messe online sul sito ssense.com, le calze strappate di Gucci sono ormai sold–out quindi più di qualcuno ha comprato, ma perché si è speso 140€ per un paio di calze “da buttare?
Cosa troverai in questo articolo
Alessandro Michele il provocatore irriverente.
Denuncia, sostenibilità o pura provocazione?
L’ispirazione cinematografica.
Dal 2015 Alessandro Michele è alla direzione di Gucci e ha portato una vera e propria boccata fresca e moderna alla maison fiorentina. L’ispirazione streetwear e il profondo lavoro sulla comunicazione social hanno voluto contribuire ad una riscoperta del brand. Infatti si è voluto dare a Gucci un respiro più moderno, attuale, inclusivo e soprattutto provocatorio.
Nel corso di questi anni, le provocazioni volte in tal senso sono state molteplici; si passa dagli outfit di Achille Lauro a Sanremo, alla scelta della famosa modella definita brutta Armine Harutyunyan (dearmine su IG) e fino ad arrivare agli ultimi jeans macchiati di erba.



Ovviamente questi Jeans non sono veramente macchiati, ma pensati per richiamare le influenze underground che attraversano la collezione Autunno Inverno 2020, intrisa di riferimenti alla sottocultura grunge anni ’80 e ’90. Il denim è 100% organico délavé celeste con trattamento eco ed effetto macchie.
Io a dire il vero, dopo aver scoperto che è meglio non lavare i jeans, ci avevo quasi creduto all’erba…
Denuncia, sostenibilità o pura provocazione?
Torniamo quindi hai nostri collant smagliati.
Non è la prima volta che grandi maison vi si ispirano; c’è stato Alexander Wang nel 2008 e poi Hedi Slimane per Saint Laurent nel 2015. Ultimamente, anche Dualipa ha postato una foto su IG con le calze strappate (non di Gucci però) scrivendo come didascalia: “Ho cambiato quattro paia di collant con questo vestito“. Non è stata però la cantante ad ispirare Alessandro Michele.
Twitter vocifera che abbia visto una ragazza uscire da una festa con i collant strappati e si sia sentito ispirato.
Il link infatti potrebbe essere quello di sfruttare la moda come rimando ad un’esperienza. Indossi queste calze (Gucci of course) e ti ricordi di quando potevi passare la nottata in discoteca sedendoti chissà dove a discapito dei collant.

Resta il fatto che siamo di fronte ad un accessorio che, usualmente ha vita breve nel guardaroba di ogni donna. I collant infatti fanno parte di quegli acquisti ciclici e ricorrenti che si fanno a volte anche senza troppo sentimento.
Eppure le calze strappate di Gucci sono andate a ruba; forse solo perché firmate?
Con questo gesto Alessandro Michele lancia sicuramente un messaggio irriverente sul consumismo e sul mondo della moda in genere.
Inoltre tocca un’altra questione, quella legata al tema della sostenibilità allungando di fatto la vita di un paio di calze e rimandandone l’acquisto di uno nuovo.
Chi ha comprato le calze strappate di Gucci, si è ispirato al cinema, ai ricordi o al richiamo della grande marca?

Se anche a te è venuta in mente questo frame leggendo l’articolo, siamo della stessa “epoca”.
La domanda sorge spontanea: chi ha comprato le calze strappate di Gucci?
Sicuramente fashion addicted e forse anche Second Hand lover. In sostanza, chi non si fa scappare un trend e chi ama il concetto di moda circolare e usabilità infinita del capo.
Nonostante questo io non credo che basti una marca, o meglio, una firma a far comprare spasmodicamente qualcosa, ma è probabile che ci sia anche qualche radicamento invisibile in grado di portarci ad effettuare l’acquisto.
Conoscete quel detto che dice “familiare è bello?” Ecco, a me è capitato già di una volta di accettare meglio o di provare più attrazione per qualcosa che avevo già conosciuto.
Scommetto che tra chi ha comprato le calze strappate di Gucci ci sono tante delle mia età, cresciute con le canzoni di Madonna, con Brandon Lee nel film Il Corvo e che a carnevale si vestivano “da punk”.
Le calze rotte fanno parte di tutte queste realtà degli anni ’80/’90 e rappresentano un’idea di donna irriverente, ribelle, indipendente e sexy.
Se hai già visto qualcosa, è più facile accettarlo e se per di più, quel qualcosa ti riporta ad un ricordo, beh, puoi arrivare a pagare un paio di calze rotte anche 140€!