Il blazer è un capo di abbigliamento molto interessante da analizzare dal punto di vista della psicologia della moda.
Anche detto “giacca“, fa parte della parte degli outfit ritenuti formali. Ritroviamo il capo a partire dai più tradizionali completi maschili, ai tuxedo fino ad arrivare al tailleur.
Tendenzialmente quindi, il blazer si indossa in occasioni d’uso di tipo professionali o molto istituzionali.
Il bello della moda però, è che è democratica e soprattutto soggetta ad interpretazioni personali.

Infatti ieri, mi sono svegliata con un unico desiderio: sentirmi difesa e al sicuro.
Quindi ho preso il mio solito caffè, ho meditato e di fronte all’armadio non ho avuto il minimo dubbio su cosa indossare: una giacca!
Ne ho scelto una di cotone dal modello oversize di Bershka e l’ho abbinata ad un maxi maglioncino indossato come vestito. Un paio di collant, un braccialetto di perle et voilà, stavo meglio.

Mi sono vestita dunque secondo l’approccio Fashion Therapy: ho capito quale fosse il mio stato d’animo e ho cercato di assecondarlo e migliorarlo.
La giacca richiama un po’ una corazza e ci può aiutare ad attutire le batoste
Posso dire che è uno dei “capi da difesa” dell’abbigliamento e nel mio caso, volevo comunicare a me stessa che, nonostante il momento surreale, di esser pronta.
Giorgio Armani negli anni ‘70 ha decostruito la giacca eliminando la rigidità delle controfodere e dei copririsvolti.
Il cinema poi, come spesso capita per i capi iconici, ha siglato il successo di questo capo di abbigliamento.

Nel film American Gigolo infatti, il sex symbol Richard Gere vanta una bellissima collezione di abiti e giacche della maison.
Il blazer è diventato, grazie a Giorgio Armani, alla portata casual dell’uomo e simbolo di emancipazione e modernità, nella vita di ogni donna.
Lo stile fluido, sciolto e comodo è diventato così quasi unisex e la giacca è uno dei capi spalla immancabile in ogni collezione.
La prima giacca che ho amato e che è nella mia wish list? Eccola:
