Il 7 Dicembre, Chiara Ferragni e Fedez hanno ritirato l’Ambrogino d’Oro vestiti di tutto punto con outfit degni di un evento ufficiale.
A Milano infatti, nel giorno del patrono, si conferiscono onorificenze ai cittadini che durante l’anno si sono distinti nell’impegno civico e sociale.
I Ferragnez durante questa pandemia hanno messo a disposizione tutta la loro “influenza” per supportare Milano e i Milanesi. Attraverso i social network e soprattutto Instagram, raggiungono più di 33 milioni di follower. Condividendo la propria vita, il lavoro, piccoli screzi matrimoniali e la crescita del piccolo Leo, ci fanno compagnia e sono diventati ormai familiari.
Sarà anche per questo che hanno un tasso di ingaggio talmente alto, da muovere milioni di euro. La novità è che questo potere però, per la prima volta a Marzo, è stato messo al servizio comune.
Durante il primo lockdown infatti, i due hanno effettuato una donazione di 100 mila euro lanciando una raccolta fondi volta a sostenere lo stato causato dall’emergenza sanitaria.
Questo crowdfunding ha permesso la costruzione di un’area per la terapia intensiva Covid al San Raffaele, raccogliendo più di 4 milioni di euro e coinvolgendo più di 200mila donatori.
Facendo una media di quelle proprio “a spanne”, si potrebbe azzardare che ogni follower dei Ferragnez “frutti” più di 1.200€.
Cerchiamo comunque di non divagare.
La psicologia della moda a servizio di un messaggio sociale
Abbiamo già parlato varie volte di come si possa sfruttare il potere dell’abbigliamento per sostenere obiettivi di tipo personale e professionale.
A questo punto però vale la pena chiedersi (retoricamente, si intende), si può inviare un messaggio di tipo sociale a suon di abiti?
Sì, si può e Chiara l’ha già fatto. Se in passato grazie al suo modo di mixare e condividendo i suoi outfit low and high fashion, ha lanciato addirittura una nuova categoria lavorativa (fashion blogger), oggi innalza il suo posizionamento dal social al sociale.
Decidendo di indossare delle scarpe rosse ad un evento ufficiale, grida infatti la sua posizione contro la violenza sulle donne, cosa che non solo comunica tramite l’abbigliamento, ma sostenendo pubblicamente delle campagne e girando delle IG tv contro il victim blading.
Insieme a Fedez infatti, proprio nei giorni scorsi ha lanciato un’asta a sostegno di questo.

Si è svolta da poco la giornata internazionale per l’eliminazione alla violenza sulle donne, che ci ha abituate a questo simbolo.
La tradizione parte dal 2009 quando l’artista Elina Chauvet realizza un’installazione a Ciudad Juarez, stendendo un tappeto di scarpe rosse. Questo in ricordo delle donne uccise a Juarez in Messico, città in cui il numero di femminicidi è di allerta internazionale. Da allora le Zapatos Rojos (scarpe rosse appunto), rappresentano tutte le donne cadute per mano maschile e ogni città combatte questa battaglia così.
Chiara stessa infatti ha ammesso che il suo outfit in realtà vuole essere un messaggio chiaro e preciso. Le sue scarpe rosse sfoggiate in una situazione così ufficiale vogliono essere un grido di NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE.

Io aggiungerei anche qualcosa in più da queste décolleté. Vedo il messaggio di una donna che non perde la sua femminilità e vanità nonostante la posizione sociale. Percepisco poi l’amore che la unisce sia alla città di Milano che alla sua splendida famiglia.
Allargando lo sguardo sull’outfit completo, vedo un abito nero premaman ed un capospalla blu, firmato Dior. La maison già l’ha vista ambassador durante il girono delle sue nozze. La scelta dei colori non è casuale; per Maria Grazia Chiuri, direttrice artistica, il blu è l’unico colore all’altezza del nero, quindi perché non mixarli?
Brava Chiara Ferragni (e Fedez), non soltanto per l’Ambrogino d’oro, ma anche per aver scelto un outfit che ti posiziona non solo come influencer e ambassador di una delle case di moda più famose al mondo, ma come una forte voce sociale a supporto delle donne.
NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE
Chiara Ferragni e Fedez combattono attivamente questa battaglia, di seguito vorrei riportarti dei dati di fonti ufficiale, che possano aiutare a riflettere.
Fonte: Istat
Una donna su tre ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Poi si aggiungono quelle che subiscono violenze psicologiche o economiche.
Il Covid ha acuito il problema, le chiamate antiviolenza al 1522 tra marzo e giugno 2020 sono state il 119,6% in più rispetto allo stesso periodo del 2019.
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Fonte :Viminale
«Abbiate fiducia nelle istituzioni, nella magistratura, nelle Forze di polizia, al vostro fianco sempre, e denunciate, denunciate chi non rispetta il vostro essere donna, la vostra personalità».
Un appello forte quello che il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese rivolge in un video- messaggio a tutte le donne, troppo spesso «uccise, ferite, oltraggiate, dentro e fuori le mura domestiche», nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
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Se sei in difficoltà, chiama il 1522