
Ogni volta che scrivo un articolo per il mio blog, mi chiedo come riuscire a creare dei contenuti di valore per chi legge. Addirittura, sono state tante le occasioni in cui ho evitato di pubblicare qualcosa solo per il rischio (o la paranoia) che potesse risultare scontato e inutile.
Questo mi ha portato a non scrivere per un bel po’ di tempo, circa due mesi, finché ho capito che quella non era la strategia giusta.
Invece di farmi mille problemi su quanto superfluo potessero essere i miei interventi, ho cominciato a chiedermi cosa potesse essere veramente interessante per il mio target, ovvero per tutti quelli che scelgono di leggere il mio blog.
Ne è uscito un vero e proprio vademecum personale corredato da spunti di riflessione che mi hanno ridato energia e motivazione.
Quando decidi di aprire un blog infatti e non si tratta del tuo lavoro principale, ma di una passione che porti avanti nel tempo libero, potresti tendere a sottovalutarne le caratteristiche essenziali.
Tra un piano ed un calendario editoriale da impostare, news da dover condividere a stretto giro e social network da alimentare, il rischio sopraffazione è dietro l’angolo.
Il problema vero è che sopraffazione significa immobilità: sentirsi di dover intervenire su tutto e in maniera tempestiva, è un obiettivo difficilmente raggiungibile che crea ansia e rallenta poco a poco fino ad impedire totalmente, la tua produzione dei contenuti.
La prima cosa da chiarire quindi, è la tipologia di prodotto editoriale che stai veicolando. Nel mio caso, facevo confusione tra due linee nettamente diverse che sono quella del blog di moda e quella del fashion magazine.
Indipendentemente dal tema editoriale scelto, ci sono delle sostanziali differenze tra blog e web magazine.
In primo luogo il magazine ha uno scopo informativo ed è aggiornato anche più volte al giorno, spesso tramite una vera e propria redazione. Questo significa che gli articoli scritti sono spesso frutto di comunicati stampa e per questo non derivano necessariamente da esperienze dirette.
Se poi siamo in presenza di una testata registrata, significa che di fatto quel magazine acquisisce gli stessi diritti e doveri di un giornale con la conseguente autorità nel divulgare le notizie, ma anche responsabilità sia penale che civile.
Il blog invece, è caratterizzato da uno stampo diaristico. Spesso l’autore è soltanto uno e l’approccio è molto più libero.
Mi spiego meglio: nonostante il mio sia un blog di psicologia della moda, potrei decidere tranquillamente di aggiungere una categoria che parla di calcio senza dovermi interrogare dell’impatto sulla linea editoriale. Questo è il motivo per cui alcuni fashion blog parlano anche di viaggi o di tecniche seo e blogging.
Anche qua ci sono ovviamente delle responsabilità civili e penali, ma sono molto differenti. Lascio qua un articolo interessante del Il sole 24 Ore.
La quantità degli articoli pubblicata poi, è di media inferiore rispetto ad un magazine proprio perché non dipende da comunicati stampa ricevuti, ma da esigenze di condivisione più “personali”.
Esistono ovviamente anche i blog aziendali, ma l’esigenza di pubblicare resta una motivazione interna e non sarà solo quella di informare, ma di garantirsi un posizionamento specifico sul web sia a livello di authority che indicizzazione. Insomma devono essere tra i primi risultati di Google per quel determinato argomento.
Aggiungo anche velocemente che nascere come blog, non esclude un’evoluzione in magazine, anzi. Prendiamo ad esempio il famoso e attualmente discusso ManRepeller, nato per gioco, cresciuto talmente tanto da arrivare ad avere prima una vita propria rispetto alla founder Leandra Cohen e poi ad essere vittima di una polemica razziale. Al momento “the site is no longer being update”.
Una volta capito bene quindi che nel mio caso, tante paranoie riguardo alle pubblicazioni erano inutili perché sto scrivendo un blog intorno ai temi della moda, del marketing e della comunicazione, mi sono focalizzata sulle caratteristiche che ogni articolo avrebbe dovuto avere.
Ecco il PDF che puoi scaricare come promemoria: